Nocturne W7(4)

ESLingua di sole rovente sul metallo…dolgono gli incisivi, stridono, scalpitano radicali il perineo, urticato è il labbro di fastidio,

Affonda, sprofonda,

Aghi di fiato solido su vitrei limpidi…seccano, trasudano, in pelli di ghiaccio celati,

Affonda, sprofonda,

Smismi lombari risalgon le unghie…scialorrea galoppante, capogiro nucleico,

Affonda, sprofonda,

Diastole al greggio, dense, viscose……di specchi infuocati m’avvampano,

Affonda, sprofonda,

Apnee rigettate di diesis intrise, la chiglia risalgon fremendo, incalzando…il talamo contundono,

Affonda, sprofonda, combusta rinasci.

3.00 IAM

    

3.00 AM
C-“favorisca i documenti”
C-“di cosa si occupa lei?”
W-“fotografia”
C-“anche a quest’ora?”
W-“per certe cose lo scorrere del tempo non ha senso di esistere”

NB (forse anche per questo porto al polso un vecchio saltellante orologio a molla che certe volte…dimentico di caricare).

Endless snow


Nevicano lacrime mentre i miei occhi si ribaltano mostrando il bianco di un limbo dove lo spazio-tempo non esiste.

Nevicano lacrime sulla gelata e nebbiosa steppa mentre cammino arrancando nell’apnea di un corpo giovane dal vecchio spirito, opacizzato dalle cataratte del cuore.

Cala il sonno innaturale mentre muovendo le zampe screpolate sotto la tormenta, scorgo a lato della strada un coniglio tornare alla tana, dalla sua famiglia, spaventato dal mio pelo scuro…pur non sapendo che la mia anima un giorno fu candida ed ora è solo sporca di una materia sistemica che aborro tra i conati.

Nevicano lacrime quando “completa”, la mattina di Natale, sotto dolci ed ovattati fiocchi mi regalasti uno sguardo colmo mentre baciavi nostro figlio accomodandolo sul seggiolino dell’auto, in uno spazio troppo stretto tra i doni di una vita insieme.

Nevicano lacrime mentre la mattina d’estate di tanti anni fa, giovani adolescenti mai conosciutisi, camminavamo nell’erba bagnandoci le gambe con la rugiada, cercando di raggiungere la quercia dell’alba per tenerci ancora per mano.

Vedo ancora i tuoi capelli ribellarsi all’umido frizzante del vento dell’ovest..vivi come la risata che dalle tue labbra echeggiava sulla collina mentre bramavi l’innocenza della rincorsa.

Nevicano lacrime mentre rimiravo uno stormo di migratori che planava verso sud al fuoco del crepuscolo di fine ottobre ed il profumo della tua cioccolata riscaldava l’aria fredda del patio nel quale ero solito fermarmi a riflettere. Ogni volta attendevo che svoltassi l’angolo della casa avvolta da quel plaid tartan rosso consunto dalle innumerevoli sere sul divano.

…Non te l’ho mai detto ma gli occhiali sul tuo viso erano sempre dolcemente storti…

Nevicano lacrime in questa via quando osservando i vecchi pali marci del telefono, avvinghiati ad edere e cavi contorti senza risposta, attendevo una tua chiamata da quella cabina sporca sotto il cavalcavia dei tuoi timori.

…Alzando la cornetta invano mi sporcavo sempre le unghie…

Nevicano lacrime sui nostri desideri di fuga…che sia verso l’angolo successivo della strada oppure verso quelle parti del mondo dal sapore talvolta crudo di viscere ma chiaro come l’istinto…poco importa.

Nevicano lacrime dalla velux del cielo montuoso quando coricati in una morsa perfetta ci rompevamo le ossa l’un l’altra soltanto guardandoci negli occhi.

Nevicano lacrime sui tuoi capelli grigi mentre invecchiamo insieme in questa casa di provincia senza pretese ma ricca di vita vissuta. Le foto scattate iniziano a scolorire e…solo l’universo o forse Dio sa quante altre avrei volute scattarne per fermare la vita anche solo a quel singolo istante di crepitii nudi e mutuali sguardi abissali.

…L’attimo nel quale togliesti il ferro dalle mie membra…

Nevicano lacrime sulla mia mente mentre trascendo col pensiero un tempo che non c’è e forse mai ci sarà.

Nevicano lacrime quando camminando sul manto chiaro e freddo del terreno d’inverno..ritornando uomo, straziato in una stretta lancinante dall’inversione del plenilunio, mi accorgo che, la neve totalmente salata delle tue paure, ha rinsecchito il verbo rendendoti arida.

Nevicano lacrime mentre nella nebbia cerco con lo sguardo il roveto sul ciglio di quel bosco nel quale ero solito osservarti, speranzoso che il tuo cuore potesse essere finalmente felice.

Latrando silenzioso ribalto nuovamente gli occhi cercando con l’olfatto ciò che la vista come sempre fa fatica a ricordare.

Pur sapendo che, forse mai, avrai coscienza e conoscenza di queste parole, se mai ti capiterà di annusare attentamente la brezza che filtra dalla tua finestra nelle calde notti d’estate, potrai percepire l’odore della mia pelle, scoprendo infine…che in realtà…con profonda e gioiosa fantasia…ho già vissuto una vita intera al tuo fianco…amore mio.

Dry


Coprofagia statica, pigmenti perduti in ascesa, cornee opacizzate da lesioni callifere.

Esplosioni interiori a rischio…troppa merda in un solo shot barista.

Vedo la scarnificazione di mia madre, il silenzio di mio padre…vedo mio fratello bere angoscie premature con la quale la vita lo sta dissentando mentre io…

…Arido di stamina mi rialzo vaneggiando tracheoctomie per nodi afoni di paure non estirpate dal tuo petto.

Sorrisi di ghigni sofferenti.

Stai al mio fianco ancora una volta questa notte amico mio…ululiamo alla luna insieme.

Bite


Sudore stretto nella pelle come bagliori di ieri biunivoci.

Vento torrido in accelerazione sistolica,

Scompensi, ritorni, rapporti di compressione starati,

Glicine onniscente nei seni frontali,

Coppie di canidi urlanti sotto le terga, aldilà del muro, nella mia mente.

Moniti ed elogi ai sazi d’amore,

Scelte ulcerate, iridi fratturati,

Standby

Alpha Ronin


Nottambulo, insonne, bastardo per le vie di cemento. Ho sempre apprezzato l’oscurità, è di sicuro il momento migliore della giornata, senza quel vociare afono, senza quell’ipocrisia che satura la vista. Forse l’olfatto…si solo l’olfatto…parla ai timpani dell’anima, lascia vibrare l’epidermide, lascia un certo pieno retrogusto sulla lingua.

Pensieri recisi da tendini scoperti, cerco negli angoli del mio essere i pezzi di un’armatura ormai logora che forse…fanculo non voglio più indossare, troppo facile celare un viso dietro un elmo in necrosi. Sopravvivere di solo trascendere.

Attendere o meno, ricordare o dimenticare, credere in quella famosa “luce verde” alla Gatsby o lasciarla spegnere..sono tutte scelte personali ed io a dire il vero non ti ho chiesto il permesso per volerti bene e mai te lo chiederò..non ti ho mai legato con una catena ad un albero e mai lo farò…lupo per lupo…sono solo un po’ più malinconico ed addomesticato ma il pelo grigio vorrà pur dire qualcosa. Non si invecchia di sole aspettative solitarie.

Alpha reietto peccatore di ambizione serena…ronin ventricolare fino al punto da farti comprendere fin dove può spingersi il limite di me stesso.